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                                                        8 marzo : Giornata internazionale della donna


La leggenda narra che nel 1908, in un fabbrica tessile americana, dopo anni di innumerevoli sfruttamenti, le operaie decisero di scioperare.
La protesta proseguì per diversi giorni. L’ 8 marzo, l’allora proprietario, chiuse le scioperanti dentro la fabbrica stessa e appiccò il fuoco, togliendo la vita a 128 donne.
La gente che si accorse della tragedia appena avvenuta, in preda a rabbia e commozione iniziò a posare istintivamente gli unici rami fioriti che si trovavano in quella stagione, mimose.

Da un paio d’anni ogni volta che capita questa ricorrenza, una serie di “opinionisti” e storici dimostrano con dati e informazioni che la storia è solo una leggenda.
Mi chiedo ora, cosa ci trovano questi storici a polemizzare su una leggenda che una volta tanto sensibilizza la gente per un problema vecchio come il mondo, ovvero lo sfruttamento femminile??
Pur riflettendoci con attenzione, non riesco assolutamente a trovare una buona motivazione per far gridare i giornali alla bufala.

Che la notizia sia vera o falsa sinceramente non lo so e non mi interessa, so semplicemente che io ci voglio crescere, anche se mi dimostreranno con dati alla mano che non è avvenuto.
Non mi interessa, il mondo ha bisogno di romanticismo, di storie che smuovano i nostri sentimenti!

Faccio un appello in particolare al "gentil sesso". In questa data quasi la totalità dei locali notturni organizzano feste con cubisti o spogliarellisti, si ricordino che non è come dicono tutti, “la festa delle donne”.                                        E’ la giornata “internazionale delle donne”!
E’ ben diversa la cosa.
Viviamola tutti, maschi e femmine che noi siamo, come una riflessione, in memoria di tutte quelle donne sfruttate nel corso della storia. Per divertirsi si ha tutto il resto dell’anno!

Ultima cosa, e questo lo dico come consiglio. Sforziamoci rendiamo onore alle 128 operaie arse vive della leggenda. Credendoci con il cuore, vera, ma soprattutto falsa che sia!

Lo staff di “Vivere La Montagna”

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