Vivere La Montagna ... per vivere!!

Nella mitologia greca si racconta di un contadino, tanto povero quanto buono, che usava spesso accogliere forestieri nella sua umile casa.

Un giorno egli aiutò tre insoliti sconosciuti senza sapere le loro vere identità, Zeus, Ermes e Poseidone. I tre dei, chiamandosi a vicenda per sbaglio si fecero involontariamente riconoscere, creando un entusiasmo incontrollabile nel umile contadino.

Verso loro una brocca di vino buono che conservava fin da quando era bambino, sacrificò l’unico bue che possedeva e lo mise ad arrostire.

I tre finito il pranzo chiesero al buon uomo se desiderasse qualcosa. Imbarazzato spiegò che sua moglie era defunta da diversi anni e per rimanergli fedele per l’eternità, si era promesso di non andare con nessun’altra per tutto il resto della sua vita. Il sogno d’avere un figlio però non era mai tramontato.

I tre dei andarono verso la pelle del bue che l’uomo aveva messo ad asciugare e l' inondarono d’urina. Lo seppellirono con un mucchietto di terra e dopo 9 mesi nacque “Orione”. Facile intuire la motivazione del nome costatando che venne concepito con l’urina dei tre Dei più famosi.

Il bambino divenne muscolosissimo e dotato di una forza fuori dal normale. Divenne un famoso e spietato cacciatore, tanto da uccidere non per necessità ma quasi per divertimento. Gli dei, infuriati, gli mandarono un gigantesco scorpione ad attaccarlo.

Ferito e in punto di morte capì quanto è importante la vita e quanto fosse stato spietato e insensibile nei confronti degli animali.

Meritatosi quindi un posto d’onore nel cielo lo troviamo nelle serata invernali verso sud, subito sopra la costellazione del cane maggiore.

Quest’ ultima costellazione si identifica molto facilmente perché basta riconoscere “Sirio”, la stella più luminosa di tutto l’arco celeste.

Si racconta che una volta morto Orione, il suo fedele cane “Sirio” non smise per giorni di piangere al cielo, implorando gli dei di non lasciarlo da solo a sostenere l’eterna lotta contro la carica del toro, la costellazione vicina a quella del suo padrone.

Fu così che venne accontentato anche “Sirio”, facilmente identificabile tutte le sere poco sotto il suo fedele padrone, a brillare costantemente nell’eterne notti celesti.

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